Sposarsi in Comune: il matrimonio civile
Non tutte le coppie di sposi immaginano di pronunciare il loro ‘Sì’ in una maestosa Cattedrale gotica, al cospetto di un coro cantorum costituito da 40 voci bianche: molti innamorati scelgono di sposarsi in Comune, con un rito civile, non necessariamente meno romantico e solenne di un matrimonio in Chiesa.
Un matrimonio civile è un rito che ufficializza legalmente l’unione tra due persone. I dati Istat degli anni scorsi in ambito wedding hanno evidenziato chiaramente che circa il 50 % delle nozze avviene con cerimonia civile, e sempre più alta è l’età media delle prime unioni.
Per diversi anni, il numero di coppie che ha deciso di sposarsi in Comune ha superato quello di quanti hanno preferito il rito religioso ed oggi rappresenta il 50,1% del totale delle unioni, a fronte del 49,5% degli anni precedenti.
Questo dato non riguarda però le prime nozze: per esse la ‘tradizionale’ cerimonia religiosa con abito bianco all’altare batte quella ben più ‘metropolitana’ in Comune.
Davvero notevole il relativo divario territoriale: al Nord la percentuale di matrimoni civili in Comune è del 63,9%, al Sud meno della metà (30,4%).
A ben vedere, l’aumento della scelta di sposarsi in Comune rilevata dall’Istituto di Statistica, è trainata dall’aumento dei secondi matrimoni e delle unioni nelle quali almeno uno degli sposi è straniero.
Sono probabilmente proprio queste due condizioni a determinare la scelta sempre più preponderante del rito civile, ed è per questo che sempre più Municipi si dotano di eleganti sale da nozze e spazi all’aperto dal riconosciuto valore paesaggistico.
Le procedure necessarie per sposarsi in Comune
Se avete deciso di sposarvi in Comune è necessario che vi rechiate all’ufficio di stato civile del Comune di residenza (basta il Comune di uno solo dei due sposi): in loco richiederete i documenti necessari al nulla osta e comunicherete tramite un modulo prestampato le vostre intenzioni all’addetto comunale. Questi vi aiuterà a fissare la data della ‘promessa di matrimonio’: in base alla disponibilità del Comune, la data potrà essere fissata dai successivi trenta giorni in poi.
In caso di seconde nozze, se uno dei due futuri sposi è divorziato o vedovo, dovrà procurare il certificato di divorzio o di decesso. Se invece uno dei due ‘promettenti’ è straniero, dovrà esibire il nulla osta rilasciato dal proprio Consolato e legalizzato dalla Prefettura.
Con la promessa di matrimonio, che non necessita di testimoni, ‘prometterete’ che in altra data vi recherete al Comune da voi prescelto per il rito civile che vi dichiarerà legalmente marito e moglie. Dal giorno della promessa avrete 6 mesi (180 giorni) per celebrare il matrimonio. La promessa di matrimonio, in ogni caso, deve essere obbligatoriamente effettuata almeno due settimane prima delle nozze.
Negli otto giorni successivi alla promessa di matrimonio, alla porta del Comune verranno affisse le pubblicazioni obbligatorie riportanti i nomi degli sposi, la data ed il luogo delle nozze: non è possibile saltare questo passaggio in quanto le pubblicazioni rendono note a tutti le vostre intenzioni e permettono a chiunque volesse opporsi di farsi avanti in tempo. Trascorsi gli otto giorni di esposizione, dovrete poi attenderne altri quattro per ritirare il tanto ambito nulla osta.
Entro i sei mesi successivi potrete e dovrete celebrare il matrimonio civile: durante la cerimonia civile in Comune vi scambierete le fedi e, se lo desiderate, potrete leggere l’uno all’altra delle promesse d’amore ‘personalizzate’ alla presenza di almeno un testimone a testa.
Se avete deciso di sposarvi esclusivamente in Comune, la procedura sarà molto semplice: dovrete recarvi presso il Comune nel quale uno dei due ha la residenza e fare richiesta di nozze civili. Di tutti i documenti necessari (certificati di atti di nascita, stati civili, residenze e cittadinanza) si prenderà carico il Comune stesso, così come dei documenti dell’altro futuro coniuge se questi abita in un Comune diverso.
Le procedure diventano decisamente più complesse se un cittadino italiano decide di unirsi civilmente ad un cittadino straniero, se due cittadini stranieri decidono di sposarsi in territorio italiano, o se uno dei due è alle sue seconde nozze.
Il mio suggerimento è quindi quello di informarsi per tempo e recarsi in Comune a raccogliere tutte le informazioni utili almeno sei mesi prima della data alla quale state pensando per il vostro matrimonio civile. In generale, si può riuscire a sposarsi in Comune anche in un mese o due, ma i tempi di attesa crescono esponenzialmente se per farlo sceglierete una location tipo il Palazzo Reale di Milano, la Sala Rossa del Campidoglio o altri luoghi di particolare interesse artistico, paesaggistico o storico: per essi potrebbe esserci una lista di attesa davvero lunga.
Sposarsi in Comune presenta dei costi contenuti: se i futuri sposi risiedono nello stesso Comune dovranno acquistare solo una marca da bollo da 16 euro, in caso contrario due. Tre se essi decideranno di sposarsi in un Comune diverso da quello di appartenenza.
Gli allestimenti floreali che decoreranno la Sala Comunale, non obbligatori ma di certo importanti, saranno notevolmente più ‘ridotti’ di quanto di consueto previsto per ‘vestire una Chiesa’, e quindi molto meno impattanti a livello economico: in linea di massima, dovrete considerare una spesa dai 500,00 euro ai 1500,00 euro.
Sposarsi in Comune prevede un rito di certo più ‘asciutto’ di quello religioso, ma non per questo banale o poco ‘partecipativo’: i dettagli unici degli allestimenti, un celebrante ‘amico’, la musica giusta ed i vostri cuori che batteranno all’unisono lo renderanno un evento magico, commovente ed indimenticabile per voi ed i vostri invitati.