‘Spare’: così è (se vi pare)
Che le famiglie non siano sempre un luogo pieno di calore, comprensione e solidarietà, non è una gran sorpresa.
Che tra genitori e figli, per la profondità stessa del legame parentale, si passi dall’amore all’insofferenza più profonda transitando per l’angusto corridoio del giudizio, questa è una cosa comune a molti.
Che tra fratelli nascano piccoli attriti, accresciuti e talvolta esasperati da congiunti poco accomodanti e molto competitivi, anche questa è una realtà, triste, ma quotidiana.
Dunque scusate se non mi fa particolarmente specie tutto il clamore mediatico alzatosi intorno al ‘secondo’ più famoso dell’anno, lo ‘spare’ per eccellenza, e sua moglie.
Intendiamoci: essere dei ‘reali’ non è solo vivere in palazzi dorati con tanta servitù intorno; non ci sono solo i gala, i cappellini colorati e le tiare di diamanti da abbinare ad abiti esclusivi cuciti a mano; non si tratta di vite necessariamente inattive e ‘viziate’.
Avere degli uffici stampa ai quali si viene ‘scientemente’ dati in pasto per soddisfare la voglia di folklore dei curiosi, alla lunga, non deve essere simpatico; non potersi concedere il dolore, nemmeno da bambino, dietro il feretro della propria madre, ha dell’inumano; barattare la propria libertà e le scelte più intime e personali con una corona non deve essere sempre facile.
Esistono cose più complesse, però, e vite più difficili. Molto più difficili.
Se è vero che ogni cosa ha un prezzo, viva la forza di chi decide di non volerlo pagare, rinunciando in toto a privilegi, titoli e medaglie. Certo, è più facile farlo sapendo di avere un morbido materasso sul quale lasciarsi cadere, ma non si può pretendere troppo coraggio tutto insieme.
Razzismo nascosto e pregiudizi sottesi, rivalità tra fratelli, conflitti tra nuore, principesse infelici, matrigne ingombranti, paternità dubbie, lettere private violate, vittimismi ed astuzie, paparazzi paparazzi paparazzi…i reali inglesi ci hanno davvero regalato uno spaccato di vita del quale avremmo fatto a meno, ma grazie al quale le nostre piccole esistenze sono diventate improvvisamente luminose e sinceramente felici. GRAZIE.
Mi viene da sorridere pensando a quanto venuto fuori da docuserie e libri abilmente venduti al mercato mediatico, nonostante i protagonisti ribadissero ossessivamente di biasimarne le regole e volergli sfuggire. Al mercato sì, ai suoi proventi no. Con le rivelazioni dello Spare e di sua moglie, i ‘reali’ sono così improvvisamente diventati troppo ‘reali’…a tal punto da far rimpiangere delle belle bugie.
Con la stessa amarezza sorrido ogni volta che sento ripetere il celebre ed ormai folkloristico motto ‘Mai lamentarsi, Mai dare spiegazioni’: cercano di farci credere che, nell’ottica di preservare la propria ‘reputazione’, la scelta di un sofisticato, irritante e non sempre comodo silenzio abbia un senso.
In pubblico, forse, ma non certo in privato: tra fratelli, con i propri genitori, con gli amati nonni, forse sarebbe bello sapere di poter parlare, protestare, litigare, soffrire, perdonarsi e andare avanti.
Forse se il silenzio fosse rimpiazzato da poche ma significative parole le famiglie sarebbero più felici. Tutte le famiglie, anche quelle reali.
Forse.