Matrimonio: quando il rito civile sorpassa quello religioso
I dati Istat in ambito Wedding relativi al 2018 hanno evidenziato chiaramente due realtà: il 50,1% delle nozze avviene con cerimonia civile e sempre più alta è l’età media delle prime unioni. Per la prima volta in assoluto, i matrimoni con rito civile hanno superato quelli con rito religioso e oggi rappresentano il 50,1% del totale delle unioni, a fronte del 49,5% del 2017.
Questo dato non riguarda però le prime nozze: per esse la ‘tradizionale’ cerimonia religiosa con abito bianco all’altare batte quella più ‘metropolitana’ in Comune. Le nozze con rito civile hanno raggiunto nel 2018 il 50,1% del totale, superando quelle religiose. Se però si considerano solo le prime nozze, la percentuale si attesta al 31,3% delle unioni. Davvero notevole il divario territoriale: al Nord la percentuale di matrimoni con rito civile è del 63,9%, al Sud meno della metà (30,4%).
Perché aumenta la scelta del rito civile, perché aumenta l’età media degli sposi
In realtà la crescita della scelta del rito civile, rilevata dall’Istituto di Statistica, è trainata dall’aumento dei secondi matrimoni (erano il 13,8% del totale nel 2008, saliti al 19,9% nel 2018) e dalle unioni in cui almeno uno degli sposi è straniero (passate dal 15% del 2008 al 17,3% del 2018).
Sono probabilmente proprio queste due condizioni a determinare la scelta del rito civile, piuttosto che quello in Chiesa. Un dato molto interessante è quello che evidenzia un notevole aumento dei matrimoni in generale celebrati in Italia nel 2018: 195.778 circa (4.500 circa in più rispetto al 2017).
L’inevitabile osservazione successiva è però relativa all’età media dei contraenti prime nozze, ed al suo spostamento sempre più in avanti nel tempo, per motivazioni storico-sociali, professionali e logistiche che si voglia. In media gli sposi hanno 33,7 anni e le spose 31,5. Sicuramente, in tal senso, è stato determinante il calo della natalità iniziato sin dagli anni Settanta e che ha condotto nei decenni ad una riduzione progressiva della fascia di popolazione tra i 16 ed i 34 anni. Da qui l’ovvia diminuzione dei matrimoni ‘giovanili’ dai 20 ai 34 anni.
In netta diminuzione invece, rispetto al 2017, il dato relativo alle unioni civili: nel 2018 si sono unite 2800 coppie dello stesso sesso, contro le 4300 circa del 2017. Prevalgono le coppie di uomini, al 64,2%, e prevalentemente esse si concentrano nel Nord-Ovest (37,2%). Il ‘tradizionale Sud’ si ferma all’8,6%.
Matrimoni civili o religiosi, peculiarità e tradizioni nazionali al servizio di un solo obiettivo: la magia
In generale, qualsiasi sia il tipo di cerimonia prescelta per le proprie nozze, ci sono dei punti fermi che non cambieranno mai: la ricerca della magia, dell’unicità, dell’indimenticabile.
Ogni Paese ha le proprie radicatissime tradizioni, da preservare con rispetto pur strizzando l’occhio all’originalità che non deve mai mancare perché ciascun matrimonio sia veramente unico, irripetibile ed indimenticabile per i suoi protagonisti ed i loro invitati.
L’autunno è la stagione preferita per le proprie nozze dagli sposi europei e nordamericani, nonché dalla comunità Ebraica europea e non, per via del clima più favorevole. Fatta eccezione per l’India, Dicembre risulta il mese preferito dalle coppie di tutti i paesi per fidanzarsi. Forse il ‘dolce tepore’ che conduce al Natale predispone i cuori…
L’importanza del ruolo dei genitori degli sposi e dei loro parenti varia a seconda del Paese nel quale ci troviamo e della sua cultura. Oltre due terzi delle coppie degli Stati Uniti chiede la ‘benedizione’ dei genitori per il via libera alle nozze, mentre in Italia e in Spagna questo dato non arriva al 10%, nonostante un passato molto ‘tradizionale’ che pretendeva l’ufficialissima ‘richiesta della mano’ al padre della giovane promessa sposa. Tuttavia, quasi a bilanciare questo dato, Italia e Spagna si attestano come i Paesi nei quali le famiglie degli sposi pagano una percentuale molto elevata delle spese delle nozze (circa due terzi del costo totale).
Anche per quanto concerne il numero di invitati, in ogni Paese esiste la sua tradizione più o meno radicata: in generale, i matrimoni colombiani prevedono una partecipazione ridotta di circa 90 invitati, mentre in India la media arriva a 524 ospiti.
Tutti i matrimoni, di qualsiasi genere e secondo ciascuna cultura del mondo, hanno però un unico, semplice ed al contempo complesso obiettivo: far vivere ai protagonisti ed ai loro invitati un’esperienza unica, una giornata indimenticabile piena di romantica magia, incredibili sorprese e divertimento. Una festa, nel vero senso della parola, la più bella della vita.