L’arte di intestare le partecipazioni
Ebbene sì: anche dopo tanti anni di lavoro come wedding planner, andare a visionare le partecipazioni dei miei sposi in tipografia è sempre un momento di grande emozione.
Le partecipazioni costituiscono l’‘ufficializzazione’ del matrimonio, il momento a partire dal quale inizia il vero fermento, non solo negli sposi, ma tra quanti vengono raggiunti da esse.
Non si tratta solo di galateo, ma di sincera eccitazione per tutta la magia che dovrà realizzarsi.
Per un matrimonio di lusso, l’intestazione delle buste non è un dettaglio, una ‘sciocca formalità’: non pensate nemmeno per un attimo a compilazioni autodidatte, etichette adesive o stampe digitali da pc. Sarà necessario affidarsi ad un/a calligrafo/a, un professionista del settore, che riporterà con estrema precisione quanto da voi indicato in un apposito foglio excel (nomi, cognomi, ed eventualmente indirizzi).
Un buon professionista vi consentirà di scegliere il font più adeguato ed ‘allineato’ alle vostre partecipazioni, nonché il colore più simile a quello dei testi interni dell’invito: i più attenti e meticolosi vi prepareranno 4-5 ‘prove di scrittura’ perché possiate scegliere font e colori senza rischiare brutte sorprese al ritiro delle buste.
Ma poiché ‘solo chi non lavora non sbaglia’, e nonostante sia un’opera di grande precisione, sono possibili dei refusi nel riportare indirizzi e cognomi particolarmente complessi: prevedete quindi l’acquisto di una quindicina di buste in più (per un matrimonio da 150 ospiti), così da dormire sonni più sereni.
La compilazione delle partecipazioni è una vera e propria arte, ed essa si muove spesso con difficoltà tra regole non scritte, rigido galateo, formalismi e sdrammatizzazione…di seguito quindi alcune semplici regole da non perdere di vista.
Innanzitutto sappiate che non si scrive mai sul retro della busta, ma solo sul suo fronte (la qual cosa è parecchio ovvia se la busta viene chiusa con un sigillo di ceralacca); in generale, ogni ospite, anche lo zio zoticone che non avete mai troppo sopportato, diventerà ‘Gentilissimo’ (Gent.mo); dovrete distinguere l’invito per un’intera famiglia (Gent.ma Famiglia Mario Rossi o Gent.ma Famiglia Rossi), da quello per una coppia sposata (Gent.mi Mario e Maria Rossi); altra necessaria distinzione sarà quella tra l’invito per una coppia di fidanzati/conviventi (Gent.mi Mario Rossi e Maria Spera), e quello per un single (Gent.mo Sig. Mario Rossi).
Se in una famiglia il figlio/a è adulto/a e vive in una casa diversa da quella dei genitori, è buona norma inviare una partecipazione ai genitori ed un’altra distinta al figlio/a. Se il figlio/a è adulto/a, fidanzato/a, ma vive con i genitori, nella stessa casa dovranno pervenire due inviti, uno per i genitori, l’altro per il figlio/a e la sua/o fidanzata/o.
Se si invita una signora divorziata con i figli, bisognerà riportare il cognome da nubile di lei e il cognome paterno dei figli: Gent.mi Maria Spera, Luca e Francesca Rossi.
In generale, considerate che nomignoli, diminutivi e titoli (avvocato, dottore, ingegnere, professore…) non si riportano mai: fanno eccezione Senatori, Principi, Conti…ma in questi casi specifici l’etichetta è ancora più attenta e formale, e merita delle ricerche specifiche nei ‘libri sacri del galateo’.
Dunque niente nomignoli affettuosi, né diminutivi, ma se volete, nulla vi vieterà di intestare le partecipazioni per i vostri genitori con un semplice e pieno di amore: ‘A mamma e papà’.
Sarà per loro un meraviglioso ricordo.