‘Dà’: così un’italiana diventa l’ultima zarina
A 113 anni dalla rivoluzione bolscevica che portò alla morte dello Zar Nicola II insieme alla moglie ed ai cinque figli, San Pietroburgo si è vestita di bianco, per ospitare il solenne matrimonio reale tra il quarantenne granduca George Mikhailovich, ultimo discente dei Romanov, è l’italianissima Rebecca Virginia Bettarini, imprenditrice trentacinquenne. Se questo nome non vi dice nulla, pensate allora alla scrittrice di thriller internazionali che vive ed opera da tanti anni in Russia con lo pseudonimo di Georgina Perosch: essere figlia di un ambasciatore ed essere cresciuta nell’ambiente diplomatico in giro per il mondo l’ha probabilmente ispirata per le sue appassionanti e vendutissime spy stories.
Terminati gli studi universitari in Italia e dopo diversi anni di lavoro come manager in un’azienda italiana in Russia, Rebecca Bettarini presiede oggi una società di consulenza, nonché la Russian Imperial Foundation, un’ attivissima organizzazione benefica che raccoglie fondi a finalità di charity. Per pronunciare il suo ‘Dà’, Rebecca si è recentemente convertita alla Chiesa ortodossa aggiungendo al suo nome quello di Victoria Romanovna: un atto assolutamente dovuto ed imprescindibile, soprattutto dopo che, nel 2000, la Chiesa ortodossa ha canonizzato la famiglia Romanov riconoscendoli «martiri».
Lo sposo George, classe 1981, è figlio del principe Francesco Guglielmo di Prussia e della granduchessa Maria Vladimirovna Romanova, che si è autoproclamata erede al trono imperiale in quanto nipote del granduca Kirill, a sua volta cugino di Nicola II: ciò fa di lui il teorico successore diretto al trono russo, ma la questione è spinosa e oggetto di ‘real contesa’ con un altro ramo della famiglia, la linea dei Nikolaevič.
MIkhailovich è nato a Madrid ma è cresciuto in Francia, per poi laurearsi in legge ad Oxford ed infine trasferirsi in Russia nel 2018. Per diversi anni ha lavorato al Parlamento europeo ed alla Commissione europea, rimanendo consigliere del direttore del gigante minerario russo Norilsk Nickel.
Il rampollo dei Romanov ha incontrato la sua sposa a Bruxelles proprio durante il periodo al Parlamento europeo: il primo incontro sarebbe avvenuto in occasione di un ricevimento all’ambasciata francese di Bruxelles. I due, la cui relazione dura da circa dieci anni, hanno poi vissuto in Belgio per circa sei anni, ed oggi abitano a Mosca, a due passi dal Cremlino presieduto da Putin, nella residenza che fu dei Romanov fin da quando Pietro il Grande decise di trasferire la capitale a San Pietroburgo.
Le nozze tra i due sono state celebrate nel cuore di San Pietroburgo, nella storica cattedrale di Sant’Isacco. In Chiesa hanno sfilato, in pieno stile ‘matrimonio reale’, un folto gruppo di vip e nobili europei, tra cui anche la regina madre di Spagna Sofia e i duchi di Kent, cugini della regina Elisabetta. I Romanov, d’altronde, sono imparentati con molti regnanti, dagli Windsor ai Savoia ai Borbone.
Solenne e maestosa la cerimonia svoltasi con rito ortodosso: Rebecca, figlia dell’ex ambasciatore italiano in Russia, indossava un abito di raso bianco dal lungo strascico e sulla testa portava una tiara di diamanti disegnata da Chaumet, il gioielliere ufficiale della prima moglie di Napoleone, Giuseppina Bonaparte.
La lista dei 1500 ospiti includeva anche Sarah Fabergé, esponente della storica gioielleria russa che ha realizzato le fedi nuziali della coppia, e la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova.
La torta nuziale, preparata dal pasticcere belga Michael Lewis-Anderson, è stata ispirata proprio ai gioielli Fabergé, ma ciò era già stato rivelato qualche tempo fa dalla sposa con un post-spoiler su Instagram.
Dalle foto che sono state date alla stampa traspaiono in modo evidente l’emozione degli sposi e la gioia delle rispettive madri: come dire, i reali amano e gioiscono esattamente come tutti, ma questa volta hanno detto ‘Dà’…