Distruggi tutto
Questo non è un articolo come gli altri.
Non vi parlerò di matrimoni da sogno, né di galateo, né di ciò che vedrete sulle passerelle della prossima stagione.
Per un’irrimediabile sognatrice come me, la cronaca di questi giorni è una ferita che brucia, qualcosa dal quale non si può distogliere lo sguardo. Non si deve.
Non tutte le storie d’amore sono belle favole. Per molte donne, le favole sono solo parole in sequenza contenute in libri dalle immagini colorate: sono quelle da raccontare ai bambini fingendo di crederci ancora, per accendere in loro la speranza, la magia.
Per molte donne la favola finisce male. Il principe a cavallo si rivela ben presto un cavaliere di cartone, e la principessa non è costretta a scappare perché è scoccata la mezzanotte, ma per sfuggire alle mani armate di un uomo che ha provato a nobilitare, amandolo.
Non è mio compito parlare della latitante ‘educazione all’amore ed al rispetto’ e del grave ‘analfabetismo sentimentale’ dal quale siamo circondati, ma forse dovremmo tutti, uomini e donne, pensare un po’ di più alle nostre relazioni con l’altro: potremmo forse scoprire che amore è complicità, non possesso; è cura, non controllo; è premura, non ossessione; è libertà, non prigionia.
Chi ama vuole vedere ‘splendere’ l’amato, è felice nel saperlo felice, appagato nel saperlo appagato.
L’amore non soffre di senso di inferiorità, ‘abbraccia’ senza fare male, non sa cosa sia la paura e, soprattutto, è reciprocità.
E poi c’è il concetto ormai desueto del ‘lasciar andare’: un tempo, quando due persone si lasciavano, correvano dalle rispettive cerchie di amici per farsi consolare. Notti in pigiama a parlare con le amiche più care, e perché no, a piangere e struggersi un po’ per il ‘bello e dannato’ di turno; ore ed ore al bar, tra una partita a biliardino ed una birra, per stringersi intorno al malcapitato abbandonato dalla sua bella…Uomini o donne, si soffriva un po’, anche tanto e lungamente talvolta, e poi, semplicemente, ‘si andava avanti’. E’ bello lasciar andare, senza risentimenti, senza parlare di colpe…è il primo passo verso un’età veramente adulta e sana.
Essere donne non può essere una ‘condanna’, né essere uomini una ‘malattia’: la libertà e l’emancipazione non possono costare la vita ad una donna, come a nessun essere umano.
Cara Giulia, se penso a te non posso non pensare che non hai avuto il tempo di ‘provarti’, di raggiungere i tuoi obiettivi, di innamorarti ed essere amata davvero.
Con la mia vita, rispettando me stessa e l’uomo che avrò al mio fianco, amando più che posso ma senza possedere nessuno, distruggerò tutto, e lo farò anche per te.